Ognuno può rivolgerla a chi gli pare, anche solo a se stesso, oppure all’aria; quel magico elemento, che diventa corpo solo quando si appropria dell’ala e dei piani. Lasciateci però credere, che il destinatario finale della preghiera, sia sempre e comunque lo stesso.
Probabilmente, non esiste istruttore che non ne abbia una, e non la reciti interiormente prima di salire a bordo con gli allievi.
E’ auspicio, desiderio, volontà, che il volo si concluda nel modo migliore, che l’allievo continui a salire le scale dell’apprendimento.
Premesso che l’istruttore, nella sua veste istituzionale, è un inguaribile “bugiardo” - deve esserlo e non può dire apertamente, ciò che pensa a chi gli sta seduto accanto - non è poi così sotto
l’aspetto interiore. E’ un uomo, vive anche lui il suo stress, che risolve grazie all’esperienza e la preparazione.
Durante la sua preghiera, egli è molto sincero. Possiamo solo idealizzare quel testo.
Dio dell’aria, tu che accogli queste ali e consenti il nostro coraggio, ancora una volta chiedo attenzione, per me e soprattutto, per chi a me, si affida con fiducia. Che io non l'abbia mai a
deludere e parli sempre in vece tua, con il tuo permesso.
Fa che io sia all’altezza del compito, che la passione del volo sia soddisfatta ed i miei errori, non siano gravi. Conduci e assisti questo aereo nella tua aria; insegnaci ciò di cui abbiamo bisogno, con il sorriso del Padre premuroso e mai con la paura.
Proteggi le nostre scelte e lasciaci la speranza che siano a te gradite. Così come la foglia vive la tua volontà, vola con noi e promuovi chi ti conduco con umiltà e passione.
Scrivi commento
Joshua (martedì, 07 novembre 2017 17:45)
Una bella preghiera, racchiude tutta l'aleatorietà del volo e quella dei suoi protagonisti.
Indice su.